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Autore Il Padrino(contiene ampi Spoilers)
seanma

Reg.: 07 Nov 2001
Messaggi: 8105
Da: jjjjjjjj (MI)
Inviato: 27-12-2005 19:53  
quote:
In data 2005-12-27 19:46, quentin83 scrive:
dimenticavo..deliziosa anche Diane Keaton


splendida insieme a Woody.... qui è sovrastata da tutti i fuoriclasse che hai nominato...
_________________
sono un bugiardo e un ipocrita

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DonVito
ex "quentin83"

Reg.: 14 Gen 2004
Messaggi: 11488
Da: torino (TO)
Inviato: 27-12-2005 20:19  
beh però a me non è dispiaciuta...è ovvio che con quello squadrone davanti....è come chiedere ad un ottimo giocatore di fare miglior figura di maradona o ronaldinho

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penny68

Reg.: 14 Nov 2005
Messaggi: 3100
Da: palermo (PA)
Inviato: 27-12-2005 20:37  
quote:
In data 2005-12-27 20:19, quentin83 scrive:
beh però a me non è dispiaciuta...è ovvio che con quello squadrone davanti....è come chiedere ad un ottimo giocatore di fare miglior figura di maradona o ronaldinho

Piccina sì,tra i giganti,ma sempre perfetta con quel suo charme tutto intellettuale che la fa risaltare comunque e dovunque anche in poche sequenze...

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Schizobis

Reg.: 13 Apr 2006
Messaggi: 1658
Da: Aosta (AO)
Inviato: 10-01-2007 17:46  
IL PADRINO


Nel 1972 FF Coppola prendendo spunto dall’omonimo libro di Mario Puzo, gira il film che lo consacrerà nel firmamento del Cinema e darà il via a un filone di mafia-movies ancora oggi non esaurito. Lo stesso Coppola clonerà il suo successo girando Il Padrino parte seconda nel 1974 (che rimane la vetta inarrivabile della saga) e il Padrino parte terza nel 1990 (conclusione definitiva ma piuttosto sottotono rispetto agli episodi precedenti). La chiave di volta per approcciare al meglio il film è il passaggio di consegne tra un vecchio modo di interpretare il ruolo mafioso (impersonato dal vecchio padrino Marlon Brando, in una interpretazione rauca e gesticolata che gli valse un meritatissimo Oscar) e una nuova mafia spietata e cinica, insensibile ai legami di sangue, rappresentata da un giovanissimo Al Pacino.

Nella prima parte, forse quella più convincente ed equilibrata, vediamo il vecchio padrino ricevere amici e intermediari in occasione del matrimonio della figlia Talia Shire. Tra balli, canti siciliani e coiti interrotti, tra torte grattacielo e piccole incursioni dell’FBI, con il sottofondo musicale dell’inconfondible motivo di Nino Rota, vediamo il grande Marlon Brando dare sfoggio di una classe d’attore inimitabile: le sue parole sussurrate, i suoi improvvisi moti di rabbia, il suo capo che accenna un assenso o un diniego, le sue mani che ruotano a piccoli gesti nell’aria, quasi a volerla contenere e controllare, le sue decisioni ferme e inconfutabili, il suo dolore trattenuto ma profondo. Il vecchio Mammasantissima Vito Corleone, vorrebbe evitare al giovane Michael l’orrore e la violenza del mondo malavitoso, ma Mike, volente o nolente, deve confrontarsi con i compromessi della politica, con la corruzione della polizia, con l’ingiustizia di una società comandata da alcune lobbies di potere. L’eroe pluridecorato del Vietnam toccato sul personale, prende nettamente le difese della Famiglia, diventando abilissimo stratega e spietato mandante di una carneficina. L’inizio è segnato dall’assassinio di un capitano di polizia e di un boss mafioso all’interno di un ristorante del Bronx, da quel momento in poi Al Pacino abbandonerà ogni remora morale e prenderà in mano le redini del Potere della Famiglia Corleone.

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Schizobis

Reg.: 13 Apr 2006
Messaggi: 1658
Da: Aosta (AO)
Inviato: 10-01-2007 17:47  
Il vecchio Don Vito, costretto a letto, tra tubi e flebo, scuote la testa alla notizia che il giovane Mike è ormai dentro fino al collo: immagina già il futuro, immagina le reazioni a catena e tutto il sangue di lì a venire. Non vuole sporcarsi le mani con la droga, non vuole scendere a compromessi con certi mafiosi senza scrupoli: ma attorno il mondo è cambiato e lui è semplicemente passato di moda, fuori spazio, fuori tempo. Al momento della morte di Sonni (un violento irascibile James Caan) non può che accettare il buen retiro, il pensionamento anticipato, nella sua villa di campagna a giocare con i nipotini. Inizia l’ ascesa di Mike-Al Pacino, la sua lontananza mentale e morale dalla giovanissima fidanzata Diane Keaton, il suo colpo di fulmine durante la latitanza in Sicilia con la carnale e mediterranea Apollonia, il suo ritorno in America da erede legittimo di Don Vito, conquistando il potere battagliando in trincea. Il film è avvincente, spettacolare, meticoloso nella ricostruzione di un microcosmo siciliano che rappresenta una società a parte, con le sue regole non scritte e i suoi patti di sangue e un codice comportamentale che definisce l’uomo d’onore.

Il film zoppica un po’ nel racconto delle vicende amorose di Al Pacino: il colpo di fulmine per Apollonia è troppo repentino (e l’attrice che la impersona non è che rifulga di splendore e carisma) e altrettanto rapida e inspiegabile la resa di Diane Keaton al matrimonio con il nostro eroe, nonostante le evidenti divergenze di campo e di morale. Ma il film riprende a volare alto nel montaggio alternato del sottofinale con le immagini sacre di un battesimo che si alternano a quelle profane di un regolamento di conti grondante sangue, da est a ovest, tra New York e Las Vegas. Il dado è tratto e niente sarà più come prima.

E in effetti nel secondo episodio sarà ancora più stridente la differenza tra le vicende del giovane Don Vito Corleone (impersonato da Robert De Niro) e quelle del suo erede Mike, con una equivalenza mafia= Politica=poteri forti, che fa crollare ogni residuo di speranza per un futuro migliore. Quel passato (in fotografie virate seppia) è travolto dalla sporcizia della infamia e della ipocrisia, nei piani alti dei grattacieli di Wall Street. Lo sguardo di Coppola è apparentemente nostalgico, quasi indulgente con questa vecchia mafia che va scomparendo; all’inizio questo ritratto simpaticamente pittoresco, porta lo spettatore a giustificare parte di questi massacri, a immedesimarsi in un desiderio di vendetta da Cavalleria Rusticana, molto romanzato. Questo sguardo clemente però si incrina con il procedere della narrazione e il finale amaro, con quel “No” bugiardo di un marito alla propria moglie, tanto falso quanto proclamato con sfrontata sicurezza, è una sorta di epitaffio su ogni compiacimento o giustificazione. Quella porta che si chiude su un bacia mano da potente boss emergente è una separazione evidente tra l’ingenuità di chi vuole bene ed è disposto a credere ad ogni parola della persona che ama e il cinismo di chi non ama nessuno ed usa questa ingenuità per nascondere l’evidenza di una verità terribile, quella di una esistenza bestiale e sanguinaria, senza Dio né Legge.


GIA' PUBBLICATO QUI
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True love waits...

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Velvetone

Reg.: 20 Nov 2006
Messaggi: 604
Da: milano (MI)
Inviato: 10-01-2007 21:38  
Tutto condivisibile,ma volevo farti notare che non è certo 'colpa ' di Coppola, se l'episodio di Apollonia nasce e muore ex abrupto... la vicenda è trattata egualmente,anche se con meno cinismo,nel romanzo, come a suo tempo feci notare citando un paragrafo dello stesso,proprio per cercare di evidenziare un parallelo che in quel punto più che in altri,ritenevo e ritengo significativo.
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HistoryX

Reg.: 26 Set 2005
Messaggi: 4234
Da: cagliari (CA)
Inviato: 11-01-2007 09:47  
Apollonia dal primo sguardo, a mio avviso intenso, accattivante nonchè magnetico e sensuale, e soprattutto con la sua morte rappresenta il battesimo a nuova vita di Mike. Lei è la "Sicilia", aspra e fiera, di una bellezza antica e istintiva, è la luce nuova che brucia nei suoi occhi, è la consapevolezza che suo malgrado in lui qualcosa è cambiato, è la parte di Mike latente che esploderà con tutta la sua ferocia nel desiderio di vendetta.
Io amo Apollonia, non toccatemela o vi ritroverete una testa di cavallo sotto le lenzuola.
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[ Nessuno è più schiavo di colui che si ritiene libero senza esserlo. (Johann Wolfgang Göethe) ]

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